ESTRATTO DALL’OMELIA DELL’11 FEBBRAIO 1979
PADRE RASCHI PARLA DEI SUOI AMICI

... Perché ci sono i Santi?
Si. Ci sono i Santi.
Almeno io ho avuto la fortuna di conoscerli. Ma non tutti hanno questa fortuna? Si si: tutti, tutti.
Io ho sfidato il momento, il tempo giusto, ho cercato di farmi aiutare come potevo, magari ho compiuto un viaggio, qualche volta con l'occasione del mio lavoro, anche e soprattutto e, per esempio, ho visitato il celebre Padre Pio da Pietrelcina, che ora è morto: Santo.
Io sono andato in un'opera di carità, dove c'era tanta pietà e tanto amore e sono andato a vedere Don Sterpi.
Il confondatore di Don Orione. È un Santo.
Io sono salito così, per iniziativa mia, magari come un matto perché io poi giravo come un matto "...cosa va in giro Padre Raschi..."
Chi pensava che facessi del turismo, chi pensava che facessi delle vacanze e dei riposi: io andavo a cercare queste creature: da tutte le parti: in montagna, in pianura, dove le ho trovate.
Mi ricordo quante volte, sono salito da Frate Ave Maria, che oggi è in corso la causa di beatificazione: Santo.
Quante volte sono ricorso a Madre Speranza, la celebre fondatrice del Santuario di Gesù Crocifisso, l'Amore Misericordioso di Dio e ho potuto stare con Lei e parlare come si deve.
Sono stato, che so io, da Madre Giovanna, la fondatrice delle Suore missionarie francescane del Cuore di Gesù, dell'Immacolata eccetera.
Sante, ma Sante grosse perché io vi ho trovato dei Vescovi e qualche Cardinale per consultarle: per consultarle queste anime.

...Sono andato. Ma ce n'è. Ma mi sono mosso.
Come tutti corrono per una partita a football, da una città all'altra, per vedere se è la simpatica organizzazione personale, di simpatia personale che vince, oppure è l'altra, eccetera.
Come altri vanno a una "prima", una rappresentazione è una "prima" che va, che so io, sulla tela del cinema o di un teatro, eccetera.
Come altri vanno a vedere un paesaggio, fanno turismo per vedere una zona, un ambiente stupendo, eccetera. Vanno.

ESTRATTO DALL’OMELIA DEL 24 DICEMBRE 1979
PADRE RASCHI PARLA DEI SUOI AMICI

Padre Pio

Padre Pio da Pietrelcina. Mi pare fosse il 1° febbraio, oppure il 2, 1946 il mio primo incontro con lui. Tempo freddissimo, la strada era ghiacciata, giunsi in corriera e fatti i primi approcci con la gente che aveva da raccontare la propria gioia della grande confessione con Padre Pio, entrai in Chiesa, ma v'erano poche persone a causa del gran freddo e della cattiva strada. Il superiore mi disse di andare su in coro perché Padre Pio era lassù a pregare. (in coro) Io salii e vidi il caro Padre che pregava. Allora mi misi a circa tre, quattro metri di distanza a pregare anch'io. Io e Padre Pio non ci eravamo mai visti, ciononostante il Padre Pio si volse a me e mi disse: "Padre Raschi hai mica paura di disturbarmi? Ci siamo voluti sempre tanto bene, ci vogliamo tanto bene, siamo una cosa sola: poi, se vuoi, ti aiuterò."

Maria Valtorta

(OMISSIS) Leggevo appena un'ora fa, un grande libro che forse non tutti anzi quasi nessuno conosce, eppure è in commercio; è un libro colossale, un solo volume scritto da una grande mistica che rimase inferma per molto tempo, ma per grazia e privilegio di Dio, Dio stesso il Cristo, dettava questo libro. Io l'ho assistita vicino alla sua ora di morte insieme a un grande Arcivescovo che piangeva di commozione dicendo che si perdeva in quel giorno, la più grande Santa mistica dei nostri tempi: Maria Valtorta donna estremamente intelligente, disciplinata, forte, una grande creatura che Dio solo poteva aver preparato. Ebbene leggevo appunto, avevo già letto tante volte anche con Lei, ma leggevo appunto una frase impressionante: il Signore diceva a questa Creatura che tre quarti dell'umanità era in preda alla bestia. Solo quindi un quarto apparteneva allo Spirito. (OMISSIS)

Madre Speranza

La venerabile Madre Speranza nella mia prima visita mentre guardava la struttura del Santuario di Collevalenza mi prese per mano ed io le domandai: "Ma lei è mica Madre Speranza?" Mi rispose di sì e mi invitò nella sua saletta di udienza e mi narrò la storia meravigliosa del S. Crocifisso, poi mi disse: "Lei deve fare un Santuario alla Madonna" e, al mio cenno d'interesse, soggiunse e ribadì: "Sì! L'avverto che avrà tutti nemici: il Cardinale Arcivescovo, il suo Padre Generale, il suo Padre Provinciale, il Clero, i suoi Frati e la Curia; io le do un consiglio, solo per lei: <<Metta la Gerarchia davanti al fatto compiuto>>."

Che cos'è questo mistero? Tutti parlano di apocalisse senza sapere nemmeno da dove incomincia. Un libro di una profondità colossale imperniato su grandi misteri che tuttavia ho potuto approfondire discretamente con l'aiuto di un grande amico, che ora è morto, un grande Santo che un giorno sarà glorificato, il grande Don Ruotolo che aveva una cultura e una genialità senza limiti, grande musicista, grande pittore, grande letterato, grande oratore ma soprattutto molto umile e grande Santo. Un episodio curioso di che cosa è impastata l'umiltà. Lo ricordo che un giorno attraversava Napoli con due sacchetti pesanti, uno per mano, e camminava un po' curvo su questo peso e dissi:
"Don Ruotolo che facciamo? Mi dia a me che le do una mano..."
"No altrimenti perdo l'equilibrio eh... no no..."
E dovetti accompagnarlo alla Basilica dello Spirito Santo. Entrò con questi sacchetti pesanti, li depositò in sacrestia e poi si recò a predicare proprio nella Chiesa della Basilica. Io volli vedere questi sacchetti: erano tutti pietre. Quell'uomo prima di salire un pulpito si esercitava in ogni genere di penitenza. Mi accorsi che le sue scarpe erano senza suole però non voleva far vedere che era scalzo e quindi aveva sopra tutto il vestito delle scarpe, tolta la suola sotto che costituiva un camminare doloroso attraverso una via poco gradita eccetera. Questo per dirvi che era un uomo che viveva di risorse umili, di umiliazioni grandi dinanzi a Dio e con queste penitenze, ché ne aveva delle altre molto più gravi, dava valore alla Sua parola, al Suo Spirito e alla Sua grandezza spirituale che aveva dimensioni direi senza limiti. (OMISSIS)

Don Dolindo Ruotolo

Frate Ave Maria

Fra Cecilio, Cappuccino, ancora vivente, mi mandò a chiamare da Giliana che si trovava per qualche giorno a Milano, e da lui in visita, mi partii da Genova e arrivato da Lui Giliana, mi disse: "Padre Raschi la Vergine Santa mi ha detto che tu sei la firma della Madonna."

Frate Ave Maria del quale v'è in corso la causa di beatificazione, era cieco e capo dei romiti di Don Orione, ebbe elogi e strinse amicizia con Giliana e si rallegrava che fosse con me a fondare il Santuario e rivoltosi a Giliana le diceva: "Vedrai in Paradiso come sarai felice, Giliana, e allora sentirai i canti degli Angeli."

Don Sterpi, confondatore con il Beato Orione lo ebbi come conforto ed aiuto morale. Mi mandava due volte all'anno £. 500 con un biglietto dove ripeteva con insistenza sempre la stessa frase: "Caro Padre Raschi, le mando questa misera offerta di £. 500. È una povera cosa, ma è quello che posso. Si faccia coraggio! La sua è opera veramente di Dio."

Don Leopoldo Mandic che ebbi la grande fortuna di averlo come confessore già da novizio e fu lui a salvarmi.

Don Leopoldo Mandic