ESTRATTO DALL’OMELIA DELL’11 FEBBRAIO 1979
... Perché ci sono i Santi? ...Sono andato. Ma ce n'è. Ma mi sono mosso. |
||||||||
ESTRATTO DALL’OMELIA
DEL 24 DICEMBRE 1979 |
||||||||
Padre
Pio da Pietrelcina. Mi pare fosse il 1° febbraio, oppure
il 2, 1946 il mio primo incontro con lui. Tempo freddissimo, la strada era
ghiacciata, giunsi in corriera e fatti i primi approcci con la gente che aveva
da raccontare la propria gioia della grande confessione con Padre Pio, entrai
in Chiesa, ma v'erano poche persone a causa del gran freddo e della cattiva
strada. Il superiore mi disse di andare su in coro perché Padre Pio
era lassù a pregare. (in coro) Io salii e vidi il caro Padre che pregava.
Allora mi misi a circa tre, quattro metri di distanza a pregare anch'io. Io
e Padre Pio non ci eravamo mai visti, ciononostante il Padre Pio si volse
a me e mi disse: "Padre Raschi hai mica paura di disturbarmi? Ci siamo
voluti sempre tanto bene, ci vogliamo tanto bene, siamo una cosa sola: poi,
se vuoi, ti aiuterò." |
||||||||
Maria Valtorta |
||||||||
(OMISSIS) Leggevo appena un'ora fa, un grande libro che forse non tutti anzi quasi nessuno conosce, eppure è in commercio; è un libro colossale, un solo volume scritto da una grande mistica che rimase inferma per molto tempo, ma per grazia e privilegio di Dio, Dio stesso il Cristo, dettava questo libro. Io l'ho assistita vicino alla sua ora di morte insieme a un grande Arcivescovo che piangeva di commozione dicendo che si perdeva in quel giorno, la più grande Santa mistica dei nostri tempi: Maria Valtorta donna estremamente intelligente, disciplinata, forte, una grande creatura che Dio solo poteva aver preparato. Ebbene leggevo appunto, avevo già letto tante volte anche con Lei, ma leggevo appunto una frase impressionante: il Signore diceva a questa Creatura che tre quarti dell'umanità era in preda alla bestia. Solo quindi un quarto apparteneva allo Spirito. (OMISSIS) |
||||||||
Madre Speranza |
||||||||
La venerabile Madre Speranza nella mia prima visita mentre guardava la struttura del Santuario di Collevalenza mi prese per mano ed io le domandai: "Ma lei è mica Madre Speranza?" Mi rispose di sì e mi invitò nella sua saletta di udienza e mi narrò la storia meravigliosa del S. Crocifisso, poi mi disse: "Lei deve fare un Santuario alla Madonna" e, al mio cenno d'interesse, soggiunse e ribadì: "Sì! L'avverto che avrà tutti nemici: il Cardinale Arcivescovo, il suo Padre Generale, il suo Padre Provinciale, il Clero, i suoi Frati e la Curia; io le do un consiglio, solo per lei: <<Metta la Gerarchia davanti al fatto compiuto>>." |
||||||||
Che cos'è questo mistero? Tutti parlano
di apocalisse senza sapere nemmeno da dove incomincia. Un libro di una profondità
colossale imperniato su grandi misteri che tuttavia ho potuto approfondire
discretamente con l'aiuto di un grande amico, che ora è morto, un grande
Santo che un giorno sarà glorificato, il grande Don Ruotolo che aveva
una cultura e una genialità senza limiti, grande musicista, grande
pittore, grande letterato, grande oratore ma soprattutto molto umile e grande
Santo. Un episodio curioso di che cosa è impastata l'umiltà.
Lo ricordo che un giorno attraversava Napoli con due sacchetti pesanti, uno
per mano, e camminava un po' curvo su questo peso e dissi: "Don Ruotolo che facciamo? Mi dia a me che le do una mano..." "No altrimenti perdo l'equilibrio eh... no no..." E dovetti accompagnarlo alla Basilica dello Spirito Santo. Entrò con questi sacchetti pesanti, li depositò in sacrestia e poi si recò a predicare proprio nella Chiesa della Basilica. Io volli vedere questi sacchetti: erano tutti pietre. Quell'uomo prima di salire un pulpito si esercitava in ogni genere di penitenza. Mi accorsi che le sue scarpe erano senza suole però non voleva far vedere che era scalzo e quindi aveva sopra tutto il vestito delle scarpe, tolta la suola sotto che costituiva un camminare doloroso attraverso una via poco gradita eccetera. Questo per dirvi che era un uomo che viveva di risorse umili, di umiliazioni grandi dinanzi a Dio e con queste penitenze, ché ne aveva delle altre molto più gravi, dava valore alla Sua parola, al Suo Spirito e alla Sua grandezza spirituale che aveva dimensioni direi senza limiti. (OMISSIS) |
||||||||
Don Dolindo Ruotolo |
||||||||
Fra Cecilio, Cappuccino, ancora vivente, mi mandò a chiamare da Giliana che si trovava per qualche giorno a Milano, e da lui in visita, mi partii da Genova e arrivato da Lui Giliana, mi disse: "Padre Raschi la Vergine Santa mi ha detto che tu sei la firma della Madonna." Frate Ave Maria del quale v'è in corso la causa di beatificazione, era cieco e capo dei romiti di Don Orione, ebbe elogi e strinse amicizia con Giliana e si rallegrava che fosse con me a fondare il Santuario e rivoltosi a Giliana le diceva: "Vedrai in Paradiso come sarai felice, Giliana, e allora sentirai i canti degli Angeli." Don Sterpi, confondatore con il Beato Orione lo ebbi come conforto ed aiuto morale. Mi mandava due volte all'anno £. 500 con un biglietto dove ripeteva con insistenza sempre la stessa frase: "Caro Padre Raschi, le mando questa misera offerta di £. 500. È una povera cosa, ma è quello che posso. Si faccia coraggio! La sua è opera veramente di Dio." Don Leopoldo Mandic che ebbi la grande fortuna di averlo come confessore già da novizio e fu lui a salvarmi. |
||||||||
Don Leopoldo Mandic |
||||||||