OMELIA DEL 24 DICEMBRE 1979 - SANTA MESSA DI MEZZANOTTE

 

Dovrei dirvi, logicamente, il solito augurio: Buon Natale. Innanzitutto vi dico grazie della vostra presenza, che manifesta una cortesia, direi quasi cavalleresca, dinnanzi al mistero ricordato in questa data e che, da quasi duemila anni, è avvenuto nella Palestina.

Buon Natale, come voi saprete, d'altra parte, è un augurio non umano. Voi degli auguri umani potrete farne una specie di commercio in cartoline, in vestiti, in regali; ma questo non è un augurio. L'augurio che voi potete fare, e che è fatto realmente con coscienza nel Natale, è un augurio di vita interiore che si riversa e si riflette all'esterno, cioè un augurio di grazia, un augurio di potenza, un augurio di coscienza, un augurio di fortezza, un augurio di onestà, un augurio di amore e, quindi, un augurio pieno della potenza di Dio nel vostro cuore; anzi anche nel mio, non voglio mica isolarmi! Però è chiaro che questo augurio non è fatto di parole perché, se fosse fatto di parole, a quest'ora la terra, ripiena di auguri, dovrebbe essere un'enorme centrale di felicità, di amore e di pace e a quanto pare non si presenta proprio così.

Leggevo appena un'ora fa, un grande libro che, forse non tutti anzi, quasi nessuno conosce, eppure è in commercio; è un libro colossale, un solo volume scritto da una grande mistica che rimase inferma per molto tempo, ma per grazia e privilegio di Dio, Dio stesso il Cristo, dettava questo libro. Io l'ho assistita vicino alla sua ora di morte, insieme a un grande Arcivescovo che piangeva di commozione dicendo che si perdeva in quel giorno, la più grande Santa mistica dei nostri tempi: Maria Valtorta. Donna estremamente intelligente, disciplinata, forte, una grande creatura che Dio solo poteva aver preparato.

Ebbene leggevo appunto, avevo già letto tante volte anche con Lei, ma leggevo appunto, una frase impressionante: il Signore diceva a questa Creatura, che tre quarti dell'umanità era in preda alla bestia. Solo, quindi un quarto apparteneva allo Spirito.

Che cos'è questo mistero? Tutti parlano di apocalisse senza sapere nemmeno da dove incomincia. Un libro di una profondità colossale, imperniato su grandi misteri che, tuttavia, ho potuto approfondire discretamente con l'aiuto di un grande amico, che ora è morto, un grande Santo che un giorno sarà glorificato; il grande Don Ruotolo che aveva una cultura e una genialità senza limiti, grande musicista, grande pittore, grande letterato, grande oratore ma soprattutto molto umile e grande Santo. Un episodio curioso di che cosa è impastata l'umiltà. Lo ricordo che un giorno attraversava Napoli con due sacchetti pesanti, uno per mano, e camminava un po' curvo su questo peso e gli dissi: “Don Ruotolo che facciamo? Mi dia a me che le do una mano”. “No altrimenti perdo l'equilibrio eh! No no!” E dovetti accompagnarlo alla Basilica dello Spirito Santo.

Entrò con questi sacchetti pesanti, li depositò in sacrestia e poi si recò a predicare proprio nella Chiesa della Basilica. Io volli vedere questi sacchetti: erano tutti pietre. Quell'uomo prima di salire un pulpito si esercitava in ogni genere di penitenza. Mi accorsi che le sue scarpe erano senza suole, però non voleva far vedere che era scalzo e quindi aveva, sopra tutto, il vestito delle scarpe, tolta la suola sotto che costituiva un camminare doloroso attraverso una via poco gradita, eccetera.

Questo per dirvi che era un uomo che viveva di risorse umili, di umiliazioni grandi dinnanzi a Dio e con queste penitenze, ché ne aveva delle altre molto più gravi, dava valore alla Sua parola, al suo Spirito e alla sua grandezza spirituale che aveva dimensioni direi, senza limiti.

Ora appunto era questa la questione: affrontare la potenza della bestia, in nome di chi? E con quali forze? “State tranquilli, modestia a parte – diceva quel tale – che la bestia la conosco molto bene”. La bestia è colei sulla quale l'umanità dei nostri ultimi tempi, vi pone sopra un sorriso di sufficienza e una compassione dicendo: “ma è un reliquiato di medioevo!” Medioevo? Beh, ma io l'ho detto altre volte: Signori, medioevo, che cosa vuol dire medioevo? Dove è la vera cultura per insultare un medioevo? Un secolo di arte, di grandezza spirituale e di Santi colossali. “Ah!, ma però i peccati che c'erano!” Oh sì! Abbiamo una bella cattedra oggi per scagliarci contro il medioevo!

Noi faremmo vedere lo splendore degli assassini, la grandezza dei furti, la persecuzione pubblica, il disordine, non di una regione o di uno stato, ma di un mondo intiero, un egoismo che non ha più ragioni da poter dire, che ormai vive di violenza soltanto: questo noi opponiamo al medioevo? Ma se c'è una persona colta e uno storico sul serio, si vergognerebbe di questa stupida reclame dell'orgoglio attuale che è pieno di miserie, di schifezze e di peccato.

E allora la bestia, se è coperta di un sorriso di sufficienza, in fondo non gli sta male, ma questo sorriso di sufficienza non va a chi crede, ma alla bestia infernale che tormenta. Ora il mondo, Signori credetemi pure Signori, è tormentato da questa bestia. Io penso, scusatemi l'ardore di una specie di profetismo, credo che siamo non dico a una vigilia ma quasi, di una specie di trionfo di questa bestia, la quale poi avrà da fare con la stupenda Regina l'Immacolata; della Quale si ignora la potenza, ma La si conoscerà presto.

E allora il Natale? Il Natale ha uno scopo. Il Natale ci ricorda il Verbo, cioè la Seconda Persona del mistero della Santissima Trinità, rivestito di carne nel Seno dell'Immacolata e buttato diremmo, dall'amore sulle nostre piazze, nelle vie dell'umanità, per ridare una rinascita, soprattutto la salvezza. Ma da chi ci ha salvato? Ma il Cristo che cosa è andato a fare sulla Croce? Ma poteva benissimo risparmiarselo! Da chi ci salvava con il Suo martirio? Da chi? Se manca il demonio, il gesto del Cristo non ha senso altro che di pazzia. Ma Egli ci liberava e ci ha liberato e ci libera tuttora, dalla potenza di Satana.

Ma non dimenticate Signori: chi è che raccoglie tutti i bastardi? Chi è che raccoglie i poveri vecchi? Chi è che ricopre la terra della vera carità? Chi è che, dimentico dei legami della famiglia, dei giusti amori, di un sollievo di vero riposo, naviga in mezzo a terre sconosciute, in mezzo a popoli cosiddetti incivili, con una violenza alla quale ormai, ci si assomiglia molto la nostra, e la supera anche? Ma per che cosa? Ma che cosa è questo esercito di pazzi, purtroppo disonorato dalla vita di qualche, qualche, diciamo qualche e via, qualche Sacerdote indegno, disonorato magari da qualche gerarca ecclesiastico non troppo luminoso?

Beh! Ma il Cristo vicino a Sé, pur essendo Dio fatto Uomo, ha tollerato uno schifo di Giuda e lo ha amato: lo ha amato. Ed ha proibito l'odio contro Giuda finché quell'essere traditore era vivo, perché voleva che si pensasse alla sua speranza, al suo ritorno e alla sua pace. È in sostanza l'indirizzo del perdono. L'indirizzo del vero amore che ha portato sulla terra per vincere l'odio, perché siamo dominati dall'odio. E allora? Abbiamo il mistero del Natale. La Creatura eccelsa che Dio si è preparato dall'eternità, la Vergine Immacolata esula dal comune delle creature. San Bonaventura l'ha chiamata – il grande Dottore mistico francescano, nostro Superiore Generale di quei tempi e poi Vescovo e Cardinale della Santa Romana Chiesa nel senso più serio e più meraviglioso della parola, tanto che fu ed è rimasto un grande Santo – lui, San Bonaventura, disse che l'Immacolata è il Capolavoro di Dio.

Voi lo sapete che cos'è un capolavoro? Dovrei parlarne a un artista per sapere che cos'è il capolavoro. Quando un artista vuol fare un capolavoro, vi immette la forza della sua intelligenza, raccoglie le nozioni della sua memoria, spinge l'adorabile missione del suo cuore, raccoglie tutto l'insieme delle leggi dell'armonia e della bellezza, e vi da un capolavoro. Ora Dio che fa un Capolavoro, ebbene è vero che, come direbbe Dante, l'arte è nipote di Dio. Ma questo nipotismo ora ci interessa poco perché il Capolavoro di Dio crea la figliolanza. E la grande Figlia di Dio incomparabile è la Vergine Benedetta; creata da Lui appositamente: Lui Creatore. Ed è Lei che calpesterà la testa della bestia e che ora ci si è già incamminata in modo poderoso.

Allora Signori, quando sentirete parlare bene della Madonna, dite che quel luogo e quell'ora è benedetto, quando sentirete parlarne male, anche se fosse in veste ecclesiastica, dite che quella è la bestia. È l'ora della suprema e meravigliosa vittoria di Dio per questo disgraziato secolo, che si copre di ogni ignominia, questo è.

La Madonna ci dà il Bambino Gesù. Questo Bambino Gesù avviene come dice l'Angelo, in modo meraviglioso. Mi diceva bene il carissimo Professor Sciacca, il più grande pensatore del nostro tempo, che disgraziatamente da pochi anni è morto ed eravamo molto amici; la più bella mente della filosofia in tutto il mondo, mi diceva, mi ricordo di ritorno da Londra che l'adorabile figura della Vergine con la superadorabile figura del Cristo, formava la sua delizia, la sua bellezza e quindi era felice in Lei. Bene.

La Madonna quindi che cosa ha fatto? L'ha adombrata lo Spirito Santo. Dio creatore ha immesso la vita corporale nei misteri del seno della Vergine e ci ha creato un corpo, animato da uno spirito che, Dio direttamente con la propria potenza, creò e che è lo Spirito della Vergine Santa. È la Figlia prediletta di Dio. Poi diviene la scelta, è la Sposa dello Spirito di Dio, lo Spirito Santo, poi diviene il frutto, è la Madre del Corpo Sangue e Anima diremmo e anche della Divinità del Cristo sulla terra. Allora entra nella Famiglia divina, per privilegio? Per natura no, per privilegio.

Beh, che cosa importa a me se la Madonna entra nella famiglia divina per privilegio? Il fatto si è che vi è entrata, ed Essa rappresenta Iddio sotto l'aspetto e la tenerezza materna, Iddio sotto la grandezza e la forza della maternità, Iddio sotto la grandezza della creazione e, di conseguenza, della redenzione che ne proviene, attraverso il Frutto del Suo seno. Ma non è poco Signori!

Ora, fare un buon Natale significa essere in armonia con questo mistero. Adorare Iddio per questa provvidenza, venerare o meglio adorare Dio per la Sua presenza, ringraziarLo per questo amore e confermarci nella imitazione delle Sue adorabili leggi. Questo è chiaro, altrimenti che se ne fa Iddio della nostra adorazione quando Gli diciamo “Ti vogliamo bene” e facciamo all'amore con la bestia che turba tutta l'umanità?

Perciò oggi è un fattore di coscienza: entrarvi dentro nella coscienza, spogliarla delle pretese, degli orgogli, della lussuria e di tutto il male che può albergarvi e poi invitare Dio, dire al Signore: “Signore il mio cuore è abbastanza libero, puoi entrare e sentirai che trovi un'anima fedele che cerca presso di Te la forza dell'onestà e della pace.”

Se non c'è questa onestà e questa pace, ma si radunino a Mosca o a Washington, si radunino nel nord Europa o in fondo che so io, la Terra del fuoco; facciano quel che credano, non faranno altro che ingannare l'umanità e rovinare la società e toglierci quel pochino di pace che c'è ancora. Solo Dio può darci quello che noi si desidera, ma la nostra domanda deve essere sufficientemente degna di Lui, non dico che, perché nemmeno gli Angeli sono degni di Dio, ma una dignità sufficiente, una creatura che ragiona, un essere che si dispone bene e dice: “Signore vieni nel mio cuore e attendi al mio risanamento perché voglio veramente amarTi e costituire un ponte tra la terra e il cielo di tenerezza e di pace. “

Questo vuole il Signore, e allora noi possiamo con gli Angeli, dare il senso profondo del canto e dire: “Gloria a Dio nel più alto dei Cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.”

Perciò il mio augurio di buon Natale è questo.

Ai vostri bambini come fate a dare il buon Natale? Con un giocattolo che magari lo sciupano dopo qualche giorno? Con un bacio? Si quello è una bella cosa, vorrei essere nella condizione di darne uno di felicità a tutti i bambini, ma ci vuole sempre qualcosa di meglio. Non diamo soltanto un fattore esterno, si accorga la nostra piccolissima gioventù che cresce attorno a noi che l'amiamo, si accorga che l'uomo non è destinato a un fallimento, si accorga che l'amore non è una chimera e un sogno, ma è una grande realtà – come purtroppo forse si è già accorta che si sa dare tanto odio e tanto terrore – che un giorno li farà tremare.

Ebbene non avvenga questo, preghiamo in questa Santa Notte che Dio ci dia la forza di saper vivere, di saper credere, di saper essere forti quindi e di saper amare in nome Suo, non in nome nostro perché siamo dei falliti ma in nome Suo.

E Dio ci benedica e ci dia teneramente un senso di riposo e soprattutto di ricchezza interiore.


Credo in un solo Dio...