OMELIA DEL 5 APRILE 1981 – ore 10.30

 

È questa una delle pagine più grandiose del Vangelo perché in questa si rivela la potenza di Gesù, il Verbo Incarnato, il Figlio di Dio e si rivela in un modo molto forte perché si trattava di resuscitare un morto che era, ormai, in decomposizione. Si trattava di far questo davanti alle sorelle che lo amavano molto: Maria Maddalena, la celebre peccatrice convertita in pieno, dalla quale il Signore tolse 7 demoni liberandola, e Marta sua sorella. Ma la cosa ancora più grave è che erano presenti i nemici di Gesù: i giudei che non volevano crederLo. Allora, appena vista la resurrezione di Lazzaro, così meravigliosa e immediata, dietro il comando autorevole, potente di Gesù, allora anche molti di loro credettero in Lui. È una grande cosa. E a noi? Il fatto è veramente importante sì per noi, per il nostro cuore, per la nostra anima.

Io non ho mai letto questa pagina di Vangelo, senza, senza una profonda commozione, perché è la verità, e la verità è sempre grande. Ma questa pagina è importante per un altro motivo, perché ci autorizza a fare una domanda: che ne pensiamo noi? Ci serve questo Vangelo? Il miracolo ci colpisce in modo da riaccendere più viva la nostra fede? Credere fermamente in Lui? Credere fermamente è una grande parola, forse ha bisogno di una brevissima spiegazione. Ricordo che una volta Gesù disse così: “le vostre preghiere sono spesso intessute di sfiducia. Voi ve lo nascondete e magari non ne avete contezza di questo, per cui vi domandate: mah, chissà, il Signore potrà ascoltarmi? Il Signore vorrà ascoltarmi?” E Gesù rispondeva: “Ma Io sono sempre lo stesso: l'Eterno Iddio, il Verbo Incarnato in mezzo a voi, per la nostra redenzione, fatto Uomo. Sono sempre il Potente, sono sempre l'Onnisciente, sono sempre l'Amore infinito, perché non credete? Perché dubitate? La vostra sfiducia è una barriera che si alza verso la fede che sta entrando e verso la grazia che vi sta avvenendo. E dietro questa barriera che si alza, si ferma la fede e la grazia.”

Ecco perché, spesse volte, sembra di pregare inutilmente.

Allora questo Vangelo ci ricorda che Lazzaro non sì è ritirato nemmeno dinanzi alla morte. In fondo, questo di Lazzaro, è un grande miracolo, ma non è il primo. La vedova di Nain, mentre portano il figlio alla sepoltura, si vede dinanzi il conforto del miracolo: Gesù ferma il corteo, fa stare in silenzio le cosiddette piagnone che facevano il funerale tipo fanfara da morto: “Io ti dico: alzati!” Lo restituisce vivo alla madre. È un miracolo.

La figlia di Giairo; un altro morto ed un altro miracolo. Il povero centurione che si era partito da lontano perché un figlio stava morendo, e si porta da Gesù. E Gesù dice: “vengo”.

“No Signore.”

E queste parole, una volta, la Chiesa le aveva messe prima della Comunione, ora si sono quasi dimenticate, se ne dicono appena un pezzettino. Ma quel centurione disse: “no Signore, non venire a casa mia, non c'è bisogno. Anch'io ho sotto di me dei servitori e dei soldati e dico all'uno: “fai questo” e lui lo fa; all'altro “fai quest'altro” e lui lo fa; a quello dico “vai da una parte” e quello va. Tu puoi fare questo.”

Gesù disse: “In Verità ti dico: non ho mai trovato tanta fede così in Gerusalemme, in mezzo a Israele. La trovo in un mezzo pagano che crede – ed era un mezzo ufficiale romano – . Va tuo figlio sta bene.”

Guardò l'ora, arrivato a casa, avendo segnato il corso del sole, gli dicono che era risuscitato: stava bene alla stessa ora nella quale Gesù gli aveva detto: “vai, tuo figlio vive, è sano.”

Non è quindi uno solo il miracolo dei morti risorti, di malati gravi che ritornano allo splendore della salute. Però mica solo allora, nemmeno solo allora.

Io sono quasi un morto risuscitato, non vi meravigli. Cinque professori e dottori e assistenti, dopo 92 giorni di letto, di ospedale, con un tifo da far paura, con cinque broncopolmoniti a rotazione, con cinque pleuriti a rotazione, con calcoli al fegato terribili e con calcoli ai reni terribili e una velocità del sangue di 130, quindi in piena setticemia, col bere dell'acqua di Lourdes, mentre cinque professori e tre dottori, dicevano: “è finita, non passa la notte.” Io sono ancora in piedi ora e sono arrivato all'età di 79 anni. E non è la prima volta.

Il miracolo continua ancora ed ecco perché maggiormente queste stupende pagine del Vangelo commuovono, perché è la verità. E perché rispondendo alla carità e alla sapienza di Dio con la fede, sentiamo che cosa vale.

Ma allora perché il mondo è così cattivo? Ma perché la vita ha così grandi difficoltà? Ma perché il dolore ci persegue da ogni parte? Ma perché le uccisioni, le rapine, le sconfitte, i pericoli e, Dio mio!, quello che ci attende, perché? È chiaro il perché. Perché noi facciamo presto a dire queste cose, ma nel complesso universale del mondo, siamo appena quattro gatti a miagolare. Sono cinque miliardi di popolazione nel mondo, chi è che si interessa del Cristo, del Vangelo, della resurrezione, dei miracoli, dell'amore, della vita della grazia, della nostra eredità eterna? Si è abituati a dire sì, tanto si muore. Si, si muore, ma è il corpo che muore: l'anima non muore davvero: è immortale e attende la resurrezione del suo corpo la quale, resurrezione, se trova la santità della vita passata, per lo meno la giusta grazia del Signore, è una resurrezione di gloria e se trova il maledetto clima del peccato mortale, è una resurrezione di dannazione. È una verità anche questa e bisogna saperci pensare, e bisogna sapervi tremare.

Diceva bene un giorno, abbastanza vicino, la Madonna: “Ricordatevi, la misericordia si c'è, ma ricordatevi che la giustizia di Dio è terribile.”

Quindi noi, nel nostro interesse, approfittiamo di questo splendore di fede evangelica. Diamo una carica al nostro cuore con tutta la buona volontà e spingiamoci ai piedi del Cristo per domandare a Lui la tenerezza della Sua comprensione, la forza della Sua Onnipotenza e il trionfo della Sua grazia.

C'è una strada: chi venne e intervenne presso Gesù, furono due sorelle: Marta e Maria Maddalena. In modo particolare, anche se il Vangelo non spiega tutto, è Maria Maddalena che con il pianto e la preghiera ardente, commuove il Signore più di tutti. È la sorella di Lazzaro che avendo morta la mamma, era più una mamma che altro.

Noi abbiamo qualcosa di più della sorella di Lazzaro, delle sorelle se volete, noi abbiamo la Madre di Dio e Madre nostra e secondo la natura umana, la nostra Sorella maggiore: la Madonna. È Lei che interviene e interverrà per noi, ed è tempo di dare soddisfazione a questo Cuore materno che ha detto molto chiaro: “Avete calpestato il Mio Cuore e continuate a calpestarLo. Io domando amore e si risponde con ondate di odio.”

Noi no. Noi no. Noi vogliamo davvero rispondere con amore.

Chiediamo per intercessione della Madonna, la resurrezione piena della nostra anima, il riposo stupendo del nostro cuore e la gioia perenne della verità che ci rende vivi, alla bene e meglio, qui in terra e splendidamente vivi nell'eternità.


Credo in un solo Dio...