OMELIA DEL 6 APRILE 1974
Omelia pronunciata da Padre Bonaventura Maria Raschi durante la Santa Messa alla presenza dei Gruppi di Preghiera liguri convenuti in pellegrinaggio devozionale alla Piccola Città dell'Immacolata sul Monte Fasce (Genova).

Mi hanno detto di parlare.
Di che cosa devo parlare?
Di Padre Pio.
Ho avuto la gioia di essergli amico; poiché egli mi disse: “Perché temi di disturbarmi? Ci siamo voluti sempre bene, ci vogliamo tanto bene, siamo una cosa sola”.
Quando si arriva a queste parole si capisce perfettamente cosa vuol dire l'amicizia di un Santo.
Quindi ho avuto questa grazia e questa degnazione: di essergli amico profondamente nel cuore e imparare da Lui una cosa grandissima.
In quel momento o, meglio, in quel giorno, io passai circa due ore in preghiera con Lui e si cominciò a capire non solo cos’è la preghiera, ma sostanzialmente lo spirito della preghiera che animava Lui stesso; egli amava, il Padre, amava distinguere bene il terreno di preparazione alla preghiera e l’incenso della preghiera. Ben inteso che anche il lavoro di preparazione della preghiera era preghiera.
E che cosa era questo spirito di preparazione alla preghiera?
Ha un nome molto comune, che tutti ne portano un pezzo; si chiama: Croce!
Noi sia­mo dal mattino alla sera in un lamento, perché non ci si sen­te bene, perché si hanno delle preoccupazioni, perché si hanno dei dispiaceri, perché la vi­ta ci presenta difficoltà, per­ché altre situazioni o finanzia­rie o morali o fisiche ci ostacolano nel cammino; ci lamentiamo, ed è umano lamentarsi perché così nessuno può godere della Croce.
Ma la Croce - diceva Padre Pio, lo aveva scritto nella sua cella - ovunque tu vada, la trovi che ti aspetta.
E perché?
Perché noi non possiamo fare un'altissima preghiera veramente altissima senza esserci prima liberati di tutte le miserie, di tutti i fastidi, di tutte le preoccupazioni, di tutto ciò che è noioso, faticoso eccetera, ed essere liberi nella pace del cuore e porci a pregare.
Solo la Croce è il mezzo efficace per operare queste cose.
La Croce distacca molto dagli affetti terreni; la Croce taglia molto netto con gli attaccamenti alle ricchezze e ai piaceri; la Croce insegna molto la sapienza della serenità, della prudenza eccetera:, insomma la Croce è una falce fienaia che taglia proprio tutto raso e lascia libero sfogo alla nuova rigenerazione. Noi abbiamo tutti bisogno di purificarci.
Che cosa volete che noi Sacerdoti insegniamo dall'Altare quando la voce è quella del proprio io?
Io!
E chi sono io?
Un miserabile come tutti gli altri e forse più degli altri.
Ma che cosa conto io?
Ma qual è la mia gloria?
Che cosa significa essere oratore, cosa significa essere Direttore?
Che cosa significa essere a capo di una organizzazione?
Che cosa significa avere in mano un'industria, un’azienda eccetera?
Che cosa significa?
Niente!
Significa che prima o poi passerà sorella morte, augurandoci che sia proprio sorella, e tutto sarà terminato.
Bisogna che l’individuo si purifichi, tagli tante cose da sé stesso, allontani tante miserie; per lo meno questa sia l’intenzione.
Quando è così, come insegnava Padre Pio e come insegnava quel dottissimo Cappuccino che era il Padre Spirituale di Padre Pio: Padre Benedetto insieme a Padre Agostino, si inizia la così detta «orazione di quiete».
L’orazione di quiete è uno stato stupendo che noi non possiamo creare da noi stessi; è un dono di Dio.
Dio, in mezzo alla pace dell'anima, crea questa situazione, questa «orazione di quiete»; così che l’anima sia più immersa nella contemplazione pacifica affettuosa, serena del suo Dio, cominci a conoscere i suoi grandi attributi in un modo sensibile, efficace, consolante; pian piano si metta a contatto col cuore adorabile di Dio, ne riceva i riflessi, la luce, il calore, le ispirazioni, le direttive, sempre in una grande pace.
Diceva bene Padre Benedetto, il Direttore Spirituale di Padre Pio, che l’adorazione di quiete è la più bella, perché non ha nessun pericolo; ha il compito di schiacciare l’orgoglio, di allontanare gli interessi, di abbandonare tutto e interessarsi solo dell’Adorabile Signore, amare l'Amore.
In questo modo si capiscono allora i primi elementi della preghiera, dell'orazione, dell’elevazione, come la definiva San Tommaso d’Aquino: «una pia elevazione della mente in Dio».
Quanto ci teneva Padre Pio a questa preghiera!
Quando dicono: Padre Pio avrà recitato circa 37/38, c'è chi dice 39, rosari al giorno, ma che praticamente parlando, non è pos­sibile, come faceva a recitare questi rosari?
Padre Pio diceva: “Non posso spiegarvelo perché non lo comprendereste”.
Se sono proverbiali, mi pare come un barlume, di arrivare a capire qualcosa: che lo Spirito, in continua attività, come respira così preghi e questo respiro continuo, questa preghiera, quindi, continua dà luogo a 37,38,50 rosari al giorno.
È un respiro continuo.
Chi può constatare i movimenti del nostro cuore, del nostro polmone, della nostra intera vita? Che si sviluppa con noi, in noi e per noi?
E sì, si conta!
Si dice: “Ci sono degli scienziati che fanno i loro calcoli!”
Ma, in sostanza è che il respiro è la vita continua.
Ora, se ogni respirazione e tutto il respiro è una vita, per Padre Pio il Rosario era un respiro.
Ecco lo Spirito di orazione del Padre.
Non erano tante le parole, pur contando anche le parole, quanto lo Spirito di orazione, l'immissione di se stesso nella grande verità di Dio, il quale, co­me diceva Santa Caterina, le anime, come in un oceano, vivono e si nutrono a somiglianza dei pesci che vi guizzano dentro.
Dio è un grande Oceano nel quale vivono e si nutrono le anime.
Noi dunque per l’insegnamento del Padre, per l'insegnamento della Chiesa, per l’insegnamento del Cristo, dobbiamo introdurci nello Spirito di preghiera se vogliamo davvero che la nostra preghiera sia efficace.
Quindi allontanare il più possibile i pensieri, immedesimarsi il più possibile nella preghiera; addentrarci il più possibile nei Misteri del Rosario, ad esempio, e camminare il più possibile coll'idea all'Ave Maria, Mater Dei, Madre di Dio. «Ave piena di grazia»; guardate, sono due o tre parole, ma cosa vuol dire: «piena di grazia»?
Lo sapete cosa vuol dire: «piena di grazia»?
Il mare pieno d'acqua in suo confronto è niente.
Piena di Grazia significa che la grazia, la grazia sostanziale che è in Dio, Dio stesso in persona, vive entro di lei tutte le sue parti del corpo e dello spirito.
È una misteriosa e stupenda immagine della Divinità. Immagine vivente.
Ecco perché la Madonna è stata presa come Madre di Dio; ecco perché la Madonna è chiamata: “Complemento della Trinità”.
È un mistero che lo comprenderemo in Cielo.
Per ora preghiamo la Madonna che ci illumini e ci conforti nella Sua divozione.
Ma questo è l’insegnamento del caro e amatissimo, venerabile Pio da Pietrelcina.
Egli poi ha il sigillo di tutte queste cose.
Perché, che cosa appare di Padre Pio soprattutto?
Qual è lo spunto per il quale ha attratto tutte le persone?
Per quale motivo Padre Pio è divenuto un essere così universale al quale si è attaccato un mare, un mare di anime?
Per quale motivo?
PERCHÉ È IL CRISTO DIO V1VENTE UN'ALTRA VOLTA, SIA PURE IN SENSO DIPENDENTE, IN SENSO LIMITATO: UNA RIPRODUZIONE DEL CRISTO.
Le Sue mani, i Suoi piedi, il Suo costato portano i segni della passione, perciò è il Cristo.
Così, fatto apposta perché ritorni la devozione dell'adorabile Crocifisso e il Signore Gesù ritorni nel centro del mondo cattolico più vivo che mai.
Allora preghiamo, preghiamo oggi perché Padre Pio dall’alto ci ottenga lo spirito di orazione, ci ottenga il modo di penetrare nel mondo segreto dell’orazione, ci ottenga l’abilità di poter accogliere l'orazione, ci otten­ga la gioia di appartenere total­mente al Signore scevri dalle nostre passioni, dalle nostre miserie.
È un regalo; il più bel regalo che Dio potrebbe farci e che Padre Pio può ottenerci.

 

Credo in un solo Dio...