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Mi
hanno detto di parlare.
Di che cosa devo parlare?
Di Padre Pio.
Ho avuto la gioia di essergli amico; poiché egli mi disse: “Perché
temi di disturbarmi? Ci siamo voluti sempre bene, ci vogliamo tanto bene,
siamo una cosa sola”.
Quando si arriva a queste parole si capisce perfettamente cosa vuol dire
l'amicizia di un Santo.
Quindi ho avuto questa grazia e questa degnazione: di essergli amico profondamente
nel cuore e imparare da Lui una cosa grandissima.
In quel momento o, meglio, in quel giorno, io passai circa due ore in
preghiera con Lui e si cominciò a capire non solo cos’è
la preghiera, ma sostanzialmente lo spirito della preghiera che animava
Lui stesso; egli amava, il Padre, amava distinguere bene il terreno di
preparazione alla preghiera e l’incenso della preghiera. Ben inteso
che anche il lavoro di preparazione della preghiera era preghiera.
E che cosa era questo spirito di preparazione alla preghiera?
Ha un nome molto comune, che tutti ne portano un pezzo; si chiama: Croce!
Noi siamo dal mattino alla sera in un lamento, perché non
ci si sente bene, perché si hanno delle preoccupazioni, perché
si hanno dei dispiaceri, perché la vita ci presenta difficoltà,
perché altre situazioni o finanziarie o morali o fisiche
ci ostacolano nel cammino; ci lamentiamo, ed è umano lamentarsi
perché così nessuno può godere della Croce.
Ma la Croce - diceva Padre Pio, lo aveva scritto nella sua cella - ovunque
tu vada, la trovi che ti aspetta.
E perché?
Perché noi non possiamo fare un'altissima preghiera veramente altissima
senza esserci prima liberati di tutte le miserie, di tutti i fastidi,
di tutte le preoccupazioni, di tutto ciò che è noioso, faticoso
eccetera, ed essere liberi nella pace del cuore e porci a pregare.
Solo la Croce è il mezzo efficace per operare queste cose.
La Croce distacca molto dagli affetti terreni; la Croce taglia molto netto
con gli attaccamenti alle ricchezze e ai piaceri; la Croce insegna molto
la sapienza della serenità, della prudenza eccetera:, insomma la
Croce è una falce fienaia che taglia proprio tutto raso e lascia
libero sfogo alla nuova rigenerazione. Noi abbiamo tutti bisogno di purificarci.
Che cosa volete che noi Sacerdoti insegniamo dall'Altare quando la voce
è quella del proprio io?
Io!
E chi sono io?
Un miserabile come tutti gli altri e forse più degli altri.
Ma che cosa conto io?
Ma qual è la mia gloria?
Che cosa significa essere oratore, cosa significa essere Direttore?
Che cosa significa essere a capo di una organizzazione?
Che cosa significa avere in mano un'industria, un’azienda eccetera?
Che cosa significa?
Niente!
Significa che prima o poi passerà sorella morte, augurandoci che
sia proprio sorella, e tutto sarà terminato.
Bisogna che l’individuo si purifichi, tagli tante cose da sé
stesso, allontani tante miserie; per lo meno questa sia l’intenzione.
Quando è così, come insegnava Padre Pio e come insegnava
quel dottissimo Cappuccino che era il Padre Spirituale di Padre Pio: Padre
Benedetto insieme a Padre Agostino, si inizia la così detta «orazione
di quiete».
L’orazione di quiete è uno stato stupendo che noi non possiamo
creare da noi stessi; è un dono di Dio.
Dio, in mezzo alla pace dell'anima, crea questa situazione, questa «orazione
di quiete»; così che l’anima sia più immersa
nella contemplazione pacifica affettuosa, serena del suo Dio, cominci
a conoscere i suoi grandi attributi in un modo sensibile, efficace, consolante;
pian piano si metta a contatto col cuore adorabile di Dio, ne riceva i
riflessi, la luce, il calore, le ispirazioni, le direttive, sempre in
una grande pace.
Diceva bene Padre Benedetto, il Direttore Spirituale di Padre Pio, che
l’adorazione di quiete è la più bella, perché
non ha nessun pericolo; ha il compito di schiacciare l’orgoglio,
di allontanare gli interessi, di abbandonare tutto e interessarsi solo
dell’Adorabile Signore, amare l'Amore.
In questo modo si capiscono allora i primi elementi della preghiera, dell'orazione,
dell’elevazione, come la definiva San Tommaso d’Aquino: «una
pia elevazione della mente in Dio».
Quanto ci teneva Padre Pio a questa preghiera!
Quando dicono: Padre Pio avrà recitato circa 37/38, c'è
chi dice 39, rosari al giorno, ma che praticamente parlando, non è
possibile, come faceva a recitare questi rosari?
Padre Pio diceva: “Non posso spiegarvelo perché non lo comprendereste”.
Se sono proverbiali, mi pare come un barlume, di arrivare a capire qualcosa:
che lo Spirito, in continua attività, come respira così
preghi e questo respiro continuo, questa preghiera, quindi, continua dà
luogo a 37,38,50 rosari al giorno.
È un respiro continuo.
Chi può constatare i movimenti del nostro cuore, del nostro polmone,
della nostra intera vita? Che si sviluppa con noi, in noi e per noi?
E sì, si conta!
Si dice: “Ci sono degli scienziati che fanno i loro calcoli!”
Ma, in sostanza è che il respiro è la vita continua.
Ora, se ogni respirazione e tutto il respiro è una vita, per Padre
Pio il Rosario era un respiro.
Ecco lo Spirito di orazione del Padre.
Non erano tante le parole, pur contando anche le parole, quanto lo Spirito
di orazione, l'immissione di se stesso nella grande verità di Dio,
il quale, come diceva Santa Caterina, le anime, come in un oceano,
vivono e si nutrono a somiglianza dei pesci che vi guizzano dentro.
Dio è un grande Oceano nel quale vivono e si nutrono le anime.
Noi dunque per l’insegnamento del Padre, per l'insegnamento della
Chiesa, per l’insegnamento del Cristo, dobbiamo introdurci nello
Spirito di preghiera se vogliamo davvero che la nostra preghiera sia efficace.
Quindi allontanare il più possibile i pensieri, immedesimarsi il
più possibile nella preghiera; addentrarci il più possibile
nei Misteri del Rosario, ad esempio, e camminare il più possibile
coll'idea all'Ave Maria, Mater Dei, Madre di Dio. «Ave piena di
grazia»; guardate, sono due o tre parole, ma cosa vuol dire: «piena
di grazia»?
Lo sapete cosa vuol dire: «piena di grazia»?
Il mare pieno d'acqua in suo confronto è niente.
Piena di Grazia significa che la grazia, la grazia sostanziale che è
in Dio, Dio stesso in persona, vive entro di lei tutte le sue parti del
corpo e dello spirito.
È una misteriosa e stupenda immagine della Divinità. Immagine
vivente.
Ecco perché la Madonna è stata presa come Madre di Dio;
ecco perché la Madonna è chiamata: “Complemento della
Trinità”.
È un mistero che lo comprenderemo in Cielo.
Per ora preghiamo la Madonna che ci illumini e ci conforti nella Sua divozione.
Ma questo è l’insegnamento del caro e amatissimo, venerabile
Pio da Pietrelcina.
Egli poi ha il sigillo di tutte queste cose.
Perché, che cosa appare di Padre Pio soprattutto?
Qual è lo spunto per il quale ha attratto tutte le persone?
Per quale motivo Padre Pio è divenuto un essere così universale
al quale si è attaccato un mare, un mare di anime?
Per quale motivo?
PERCHÉ È IL CRISTO DIO V1VENTE UN'ALTRA VOLTA, SIA PURE
IN SENSO DIPENDENTE, IN SENSO LIMITATO: UNA RIPRODUZIONE DEL CRISTO.
Le Sue mani, i Suoi piedi, il Suo costato portano i segni della passione,
perciò è il Cristo.
Così, fatto apposta perché ritorni la devozione dell'adorabile
Crocifisso e il Signore Gesù ritorni nel centro del mondo cattolico
più vivo che mai.
Allora preghiamo, preghiamo oggi perché Padre Pio dall’alto
ci ottenga lo spirito di orazione, ci ottenga il modo di penetrare nel
mondo segreto dell’orazione, ci ottenga l’abilità di
poter accogliere l'orazione, ci ottenga la gioia di appartenere totalmente
al Signore scevri dalle nostre passioni, dalle nostre miserie.
È un regalo; il più bel regalo che Dio potrebbe farci e
che Padre Pio può ottenerci.
Credo in un solo Dio...
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