OMELIA DEL 26 APRILE 1987 - ULTIMA

Il Vangelo d'oggi ci ricorda con una chiarezza, direi evidentissima, che sta mettendo all'esame coloro che avrebbero dovuto spandere la grandezza del Suo Nome e la forza del Suo potere, il diritto della Sua Divinità e lo splendore della Sua Grazia; metterli alla prova, esaminarli.

“E apparve loro.” Evidentemente quelli che videro Gesù, il primo giorno, rimasero meravigliati, credettero. Gesù fu molto contento della loro immediata fede e allora disse le celebri parole: “Ricevete lo Spirito Santo.”

Alitò su di loro e li invitò a rimettere i peccati perché i peccati che rimettono saranno rimessi, quelli che non rimettono resteranno non rimessi.

Questa parte di testo può creare qualche dubbio in chi non ha una certa pratica dei Santi Vangeli. Non dice che quelli che non hanno visto o sentito le parole che rimettono i peccati non hanno rimessi i peccati; ma quelli ai quali gli Apostoli non li rimetteranno, cioè gli Apostoli trovano che c'è inimicizia con Dio, c'è discordanza con Dio, manca quindi la realtà della fede: non è possibile rimettere i peccati.

Dovranno avere una conversione, essere sinceri, promettere e avranno rimessi i peccati. Questa è chiara la cosa, e bisogna ricordarselo.

Poi, dopo, nella seconda volta, il giorno dopo Tommaso, è uno dei dodici chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero: “Sai abbiamo visto il Signore”, ma egli disse: “Se io non metto il mio dito nelle piaghe della mano, se non metto la mia mano nella piaga del costato, io non crederò.”

È celebre. È venuto celebre Tommaso, il quale ha il coraggio di mettere delle condizioni nella sua fede.

E allora? Allora venne il Signore.

Ecco come il Signore dimostra la Sua bontà. Era un Apostolo, aveva seguito Gesù, aveva visto la Sua Crocifissione generosa, aveva sentito i miracoli dell'Amore, vedeva la commozione dei confratelli Apostoli, ma: se lui non metteva il dito nelle piaghe delle mani, se non metteva la mano nella piaga del costato lui non credeva.

E allora il Signore venne e disse a Tommaso: “Pace a voi” per tutti gli Apostoli e disse: “Tommaso metti qui il dito e guarda le Mie mani, stendi la tua mano e mettila nel Mio costato e non essere più incredulo, ma credente.”

Rispose Tommaso: “Mio Signore e Mio Dio!”

Credette.

Ora tutti possono pensare “Noi non abbiamo questi segni”, può darsi. C'è stato dei Santi che hanno avuto questi segni, un ricordo della Verità di Cristo Crocifisso e Risorto, ma, a parte tutto, resta per noi la pagina del Vangelo. Questa pagina è immortale.

Sappiamo che Gesù non ha abbandonato i Suoi; morto in Croce riappare diverse volte.

La prima che poté baciarGli i piedi e adorarLo fu Maddalena, la celebre peccatrice convertita divenuta una creatura meravigliosa; c'è tutta una storia.

Ma poi non è venuto più niente? Ecco la domanda.

Da duemila anni in qua Dio è venuto sordomuto? Non ha più parlato? Per quale motivo? Perché Dio non parlerebbe e non dovrebbe parlare?

Se mai si dica, si abbia il coraggio di dire come San Tommaso “Se io non metto le mie dita nelle piaghe delle mani, se non metto la mia mano nella piaga del costato, non credo.”

Provino a dire quelle parole!

La questione è molto chiara: da allora in poi il Signore è più volte apparso nella vita dei fedeli. Non solo è apparso Lui, ma la Madre Sua che ebbe a soffrire sul Calvario enormemente per l'agonia del Figlio.

Quante volte? Fino ai nostri tempi.

“Mah! … Chissà! … Come si può credere? … Ma si può credere? … Mah! … Ci basta quello che è stato detto prima e via.”

Ma è lecito il disprezzo al governo di Dio nella Sua Chiesa anche con cenni straordinari per confortare i fedeli, per aiutare la Sua Chiesa, per far vivere la grazia, per rendere meravigliosa la speranza, per sentire che il Regno di Dio non è lontano e perché nonostante la tentazione del maligno Dio è sempre Dio?

Il Suo Amore è sempre Amore e la Sua attenzione o assistenza non manca mai, mai.

Vorrei sapere chi è che fa crescere l'erba. Chi l'ha seminata? Chi l'ha seminata?

Chi ha fatto il sole? Chi dà, attraverso secoli, secoli e secoli la grandezza della puntualità, tanto che i celebri orologiai si fanno un onore di studio e di attenzioni perché l'orologio che vendono, che fabbricano e vendono, sia sempre puntuale con l'ora solare?

Ma chi è il sole? Ma che cos'è il sole? Ma cosa sono le stelle? Lontane eppur bellissime! Cos'è questo Universo?

Dio non parla mai? Siamo venuti tutti sordomuti.

Non si capisce niente. La natura non parla di niente, serve soltanto all'occasione per i capricci, per le solitudini peccaminose e per un certo senso d'interesse e anche di rabbia se non si riesce ad avere quello che si vorrebbe.

Insomma, si è sdrucciolati nella superstizione, in una fede veramente insana.

Dio è Dio. E ripeto quelle parole: a Lui va il primo posto.

E si vede benissimo che il mondo non dà nemmeno l'ultimo posto!

Si prepara che cosa? 

Il Papa ha fatto un'enciclica meravigliosa: “Redentoris Mater, La Madre del Redentore”, la Madonna. Ha un senso meraviglioso di tutta la storia della vita umana ed extra umana, ha la grandezza della profezia e porge la sua mente verso il duemila, assegna il compito della Consacrazione del mondo a Dio mediante l'opera dell'Immacolata e stabilisce che con questo Iddio farà vedere giorni nuovi, terre nuove e la bellezza della Sua pace. Farà quello che farà.

Però è certo che la fede è il patrimonio veramente essenziale; senza fede la vita è una grande buffonata, è un teatro stupido, è un'azione fallita: senza fede la vita è davvero il nulla veramente triste da una parte e buffo dall'altra.

E che gli uomini non se ne accorgano e non basta non accorgersi e che non corrano ai ripari e che una fede non agisca per riparare questo vuoto spaventoso di scoraggiamenti e di male: questo non lo fanno.

Un po' la gente, qua e là, corre cercando un profeta, un taumaturgo per vedere se può far qualcosa. E una mezza superstizione mista a un pezzettino di fede, la cosa è veramente ridicola.

La fede creduta come si deve, tenuta come si deve, nutrita perché non deperisca è la grande ricchezza della nostra vita. E allora Dio ci tratti pure come San Didimo il grande Apostolo che non credeva e che si chiama Tommaso, ci conceda anche a noi l'intervento di una dolce e giusta umiliazione e ci faccia veder e sentire quello che non si è ancora visto e sentito per essere veramente fedeli.

 

Credo in un solo Dio .....