OMELIA DEL 17 FEBBRAIO 1980

DEL REVERENDO PADRE BONAVENTURA MARIA RASCHI

La sacra scrittura di oggi e il Vangelo in particolare, hanno diremmo, una violenza non solo oratoria, ma una violenza di verità. Cioè la verità è addirittura talmente potente che può anche urtare, è il caso di dire che la verità fa male nel senso che molti si sentono scontrati, ma che volete fare? Riassumere la liturgia di oggi sarebbe come dire: fortunati coloro che sono in croce e disgraziati quelli che stanno bene. È vero che non va? Non va, però è così.

Ora la questione è assai, è assai chiara se si illumina prima con le parole di San Paolo il quale, appunto, si rivolge a coloro che non solo non credono, magari crederanno chissà, ma la fede l'avranno messa in banca, non so, non ce l'hanno con loro. L'hanno messa da parte e non sanno che cosa farsene del Cristo risorto. Chissà, mah! Ma non è, non è una questione da chissà, da ma. Non si può vivere come dicono i francesi nel regno del gran peut-être, non si può dire ma, speriamo, sarà, è finita. No. No. Noi apparteniamo al regno della decisione, della precisione, della verità: il Cristo è risorto. Se non piace, andate a passeggio tutti che va meglio, però il Cristo è risorto ed è in forza di questa risurrezione la dimostrazione della vita nelle mani dell'Altissimo, il Quale è Padrone, della vita, Lui solo è Padrone. Oggi fanno tutti da padrone; bastano quattro soldi, un cuore da delinquente e una pistola in tasca per andare ad ammazzare come se si trattasse di una partita di caccia a qualche uccellino, o qualche animale.

Ma la risurrezione è vera. Il Padrone della vita è Dio. Cristo è risorto e coloro che credono in Cristo, risorgeranno anche loro, questa per il corpo. Pensate bene, questa questione è soltanto per il corpo, ma poi con la morte c'è quello che è più essenziale, quello che è realmente la vita che si chiama anima, quella è immortale, non muore, assolutamente non muore, è immortale.

E allora cos'è la risurrezione? È chiaro: che lo spirito che ha sempre tenuto in vita il corpo, riprenda le funzioni della sua elasticità di vita e la comunichi ad un corpo, che è il nostro. E se Dio è stato capace di crearci un corpo, evidentemente, sarà altrettanto capace di ripescarlo nei misteri della natura poiché solo per Iddio non vi sono misteri. Per noi, come ho sempre detto, anche un granello di sabbia è un mistero, anche un filo d'erba è un mistero, anche un sospiro di una creatura è un mistero; per noi. Per Iddio non vi sono misteri. Egli può pescare, senz'altro dove vuole, gli elementi del nostro corpo e ricomporlo in un attimo, in un attimo, di modo che la nostra anima, sempre viva perché è immortale, che attende nell'eternità, lo riprenda e renda vitale quel corpo che si era spento e renda perenne, stupenda, la nostra vita che da umana si è, come direbbe Dante, trasformata nell'angelica farfalla e fa parte del regno dei cieli. Questa è la questione.

Però, tutto questo, ha una strana legge annunziata dai Vangeli. Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.

Mi viene in mente quando, poco tempo fa, a noi, a noi la Madonna diceva: siate poveri, siate poveri, siate poveri; la ricchezza ha distrutto il cristianesimo e l'ha portato al paganesimo. Verissimo. Sete di danaro, vita di sensualità e terribile inferno di tutta la vita attuale. E allora, beati voi poveri perché vostro è il regno dei cieli. È chiaro. Il Signore ci ha creati per la felicità, qui stanno ostentando la vita pazientemente, è chiaro che quella felicità Lui, Lui no non l'ha messa alla banca, non ha bisogno di banche Lui. E allora l'ha resa sempre a disposizione di coloro che L'hanno seguito anche nella prova, poiché la prova è la stella splendente della nostra dignità che ha vinto il male e di conseguenza, la rivincita della libertà affettiva, intelligente, proprio amorosa, che riprende la vita piena, come Dio l'aveva concessa.

E beati voi che avete fame perché sarete saziati. Beninteso, qui non si parla di pane, qui è un'altra fame. Io penso che voi avete fame, come ce l'ho io, fame perché si è come esauriti dalla tristezza del mondo, come si è rimbecilliti dalla mancanza di una più semplice legalità delle cose, perché si è storditi e quasi avviliti dal trionfo della violenza, senza nessun concetto della dignità della vita e dei diritti di ogni uomo.

E allora siamo affamati, di che cosa? Della vita, della verità, della giustizia; saremo saziati. È proprio così, e saremo saziati perché Deus non irridetur, dice la sacra scrittura, Dio non si prende in giro.

E beati voi che ora piangete perché riderete. Infatti, potete far carnevale finché volete, ma mi pare un carnevale fatto di lacrime; a meno che non si abbia raggiunta una tale insensibilità e una tale cecità, che la confusione attuale ci sembra un progresso e che la vita deve essere così perché, in fondo, è sempre stata così. È strano che deve essere così, si dice che è sempre stata così, però non ci va. Che è questa contraddizione dentro di noi?

Beati quando gli uomini vi odieranno.

Questo soprattutto fa per noi sacerdoti, religiosi, se abbiamo coscienza della nostra dignità. Forse non è lontano il tempo di questo trionfo sia pure, sia pure limitato ad un tratto di tempo perché Dio non usa gli orologi e i calendari, però noi lo possiamo usare e potremmo contare le ore di questa tribolazione. Ma, è chiaro, beati noi se gli uomini ci odieranno e ci metteranno al bando e ci insulteranno e ci respingeranno e tratteranno noi come scellerati, perché? Perché? A causa del Figlio dell'Uomo, ma chi è il Figlio dell'Uomo? Il Figlio dell'Uomo è Gesù, ama chiamarsi Figlio dell'Uomo perché vuole essere la rinascita dell'umanità, ma è Dio incarnato. Ora per colpa di Lui, o meglio, per lo splendore della Sua luce, per la Sua meravigliosa verità, per la grandezza della Sua morale e della santità che va instaurando nei cuori, proprio per questo noi che L'abbiamo sposato questo ideale, noi che viviamo questo ideale, quando lo viviamo perché se non lo viviamo siamo peggio di Giuda, allora è chiaro che il mondo ci odia e ci permetterà morte. Molti di noi, forse, presto periranno. Io toglierei quel forse, ma mettiamoci il forse, può venire bene ad una specie di illusione, ci vuole attualmente, vero? Ma ci respingeranno, ci odieranno perché non vogliono sapere del Cristo, ma godete perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Allo stesso modo, infatti, il vecchio popolo ebreo faceva con i profeti perché parlavano del Signore, dei diritti del Signore, della grandezza spirituale e allora? Allora o prima o poi è meglio sopprimerlo, ci dà fastidio, e li ammazzavano. Così diamo fastidio noi, ma voi cristiani non temete. Piuttosto guai a voi ricchi. Qui non mette quella celebre frasina che è molto chiara sempre nel Vangelo, non è di San Luca, ma ce l'ha anche San Giovanni, eccetera, perché? Perché è più facile che il cammello passi per la cruna di un ago, che il ricco vada in paradiso, come tale, è chiaro. Perché San Luigi Re di Francia era ricco, aveva, si può dire, il più grande impero del mondo nelle mani, ma San Luigi!, perché aveva uno spirito fuori dalle ricchezze, perché amministrava con lo spirito di santo, come si deve.

Santa Elisabetta Regina del Portogallo era ricchissima, è Sant'Elisabetta. È riuscita ad essere distaccata da tutto.

Santa Elisabetta l'Angrava di Assia, cioè principessa e poi regina d'Ungheria, la stessa cosa. Una grande, meravigliosa Santa ricca di miracoli e di bontà. E c'è pieno, Sant'Enrico imperatore e via, per pescarli in mezzo ai ricchi, se non sono ricchi loro che dominavano il mondo!, perché non è come i piccoli regoli di oggi che sono anche loro, sì ricchi perché, sapete, i signori trafficano in valuta estera, i grandi principi e i monarchi si sono tutti rifugiati un po' qua, un po' là, dove avevano collocato le loro ricchezze, sono ricchi quindi. Se non sono buoni, sono destinati a morire con le loro ricchezze e faranno la stessa cosa, andranno nelle mani dei ladri i quali, per lo spirito, ladri si chiamano, né più e né meno, demoni. Rubarsi per condursi alla dannazione.

Dopo tutto questo, allora guardiamo che il mondo non ride ma piange. Guardiamo che la vita cristiana è invece serenità, non è pianto.

Stiamo col Signore, ci vuole bene, ci assiste, è l'adorabile provvidenza.

Ricordo molto bene in un punto di una rivelazione dove, incontrando Gesù, una specie di essere che non Lo conosceva, questi disse al Signore: chi sei Tu? Io sono la Misericordia infinita. Ecco il Signore. È vero. La Misericordia infinita. E abbiamo paura della Misericordia? E temiamo la Misericordia? Ma la misericordia, stando poi alla terminologia della parola, miseria cordis, debolezza del cuore. Dio è un debole di cuore, non è ammalato di cuore, è un debole di cuore cioè in Lui vince l'eterno amore che salva, benefica e rende felici. E allora appoggiamoci in Lui.

Credo in un solo Dio...