" DALL'EREMO " – FEBBRAIO 1984

TEMPO DEL “NO”
DI PADRE BONAVENTURA MARIA RASCHI

La struttura morale oggi ha perso le ossa.

Il "Corpo sociale" è infrollito e la sua contraddizione, bisognosa di serie risorse, è sbilenca, lemme e tremante persino nelle più insignificanti fatiche, e arriva spesso a caratterizzarsi con il capriccio di una perenne negazione, magari con uno sgarbatissimo “No!”

Il primo “No!” è riservato alla sincerità.

Il secondo “No!” è riservato a Dio.

Questa è la grande scossa di terremoto che agita il mondo.

Il mondo è ammalato di un “No” sacrilego e la sua malattia, pur essendo prettamente spirituale, ed è il peccato, rivela anche in “Frate corpo”, in “sora acqua” e in “Frate vento” e per “Sorelle stelle” il MALANNO APOCALITTICO da risentirne anche “Frate sole” che, di questo terremoto, testimoniò nel 1917 a Fatima, mettendo in grande paura l'enorme folla di 70 – 100.000 persone.

Veniamo al secondo “No”.

Questo rende bugiardo il mondo e, perciò, lo rende privo di ogni credibilità, il che significa FALLIMENTO.

L'uomo non può credere all'uomo, e tutti e due inciampano e cadono nel baratro che è la perdizione sociale e religiosa, temporale ed eterna.

Tale situazione si chiamerebbe: DISPERAZIONE; alla visione che già si profila in uno strano passaggio di disperati, discordi eppur alleati, affamati del GRANDE AMORE che sanno di aver perduto e formano le immense schiere di “Angeli–Demoni” e di uomini demoni in parte già dell'Inferno quali schifosi autentici satanassi.

Dalla continua esperienza di lavoro e di preghiera, dallo studio storico, teologico e mistico, come da tante grazie e miracoli e con tanto consiglio di uomini e donne che si trovano ai margini dell'ONORE degli ALTARI, e di altre creature che vi sono già arrivate, si ode il rumore del brutale e ribelle “No!” dai vari Santi combattuto e che ora si rende sempre più tristemente vivo a reggere il mondo, per cui angosciose profezie rievocano Lui ribelle che il Cristo copri col nome di “Principe di questo mondo” e che sta alla testa di ogni ribellione e che i bigotti verniciano col nome di Chiesa.

Da questa riflessione nasce nei cuori migliori il desiderio di ricuperare il clima della sincerità e riabbracciare il GRANDE AMORE uno e trino Spirito che solo è la Vita.

Non è un problemuccio da maniaci! Ma chi è che si fida dell'uomo, quando si pensa al proverbio del vecchio mondo latino: “homo homini lupus”, l'uomo è lupo dell'uomo?!

Siamo arrivati ad una vita da lupi, traditi da veri pagliacci colpevoli.

Ora il mondo vive così.

Ma Iddio non mentisce e ci suggerisce un sentimento degno di Lui: «abbiamo conosciuto l'Amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto» (I Gv. 4,16)

Queste sono parole dell'Apostolo dell'Amore dalle quali si trae la fortunata ed eterna Vittoria dei credenti.

L'Amore scenderà ancora sulla terra.

La Fede nell’adorabile Cristo ci rammenta che noi credenti, una volta risorti, Lo vedremo faccia a faccia come Lui è, e saremo simili a Lui, per cui, proprio Lui, il Signore, per noi quaggiù pellegrini, vuole che ci si prepari alla felicità della risurrezione mangiando il di Lui Corpo e Sangue che Egli genera ogni giorno sugli Altari.


Padre Raschi Bonaventura