" L'IMMACOLATA E IL SUO CUORE " – giugno 1945

Luci d'alba e di tramonto

Cominciare non basta.

L'inizio di un'opera, o è luminoso o e coperto di tenebre.

Tra tutte le opere, la più grandiosa, senza possibilità di competenze, è la creazione, tra tutte le creazioni la più eccellente è quella della vita propriamente detta e, tra tutte le vite, chi domina con assoluto distacco, è quella dell'uomo.

Nasce un uomo? ... nasce un'importantissima vita!

Doppiamente importante: perché è vita, e perché può esser terribilmente tenebrosa o divinamente luminosa.

Le tenebre della vita s'iniziano con un'immorale compromesso che cede al delitto tutte le redini dell'intelligenza, del cuore, della volontà e della fantasia.

La luce nella vita comincia con la fusione, nella verità, di tutte le nobili passioni e con la resistenza a tutti i tentativi del male.

Antonio di Padova fu una vita e, per di più; una vita luminosa sin dall'inizio.

Ebbe la sua morale educazione che contava radici profonde nella religione, ed ebbe la sua taumaturga resistenza che sconfinava, oltre le leggi di natura, nell’assoluto regno del soprannaturale.

Per lui, il primo problema fu: «esser buoni», il secondo: «resistere ad ogni male».

Buono, lo fa senza pari. Ma, appunto perché tale, il male lo avversò con tutto il suo diabolico furore.

Ascoltate:

Un giorno, nella Cattedrale di Lisbona, mentre pregava dinanzi al suo Altare preferito, quello della Madonna, l'assalì Satana accompagnato da una terribile tentazione.

Il giovinetto trasalì, impallidì, ma, ripreso l'equilibrio si piegò ai piedi dell'Altare, pregò la Vergine e, col pollice, tracciò un segno di Croce sul marmoreo gradino.

Miracolosamente, sotto il suo dito, il marmo cedeva e restava, come scavato, il segno della Croce, Satana spariva mentre un coro d'Angeli scendeva a cantare l'inno della vittoria.

Vincere una volta non basta!

Chi bene ha incominciato è alla metà dell'opera: però, siamo sinceri; l'opera è da fare.

Per l'uomo, anche quando una vita è ben vissuta rimane l'enigma del tramonto!

Cominciare bene e finire meglio, potrebbe essere il più bel programma d'un uomo.

La morte è brutta perché è un termine e un inizio; e la morte è bella per lo stesso motivo.

Beato colui che ebbe luminosi eventi sul nascere, ma più beato colui che li ebbe morendo.

Sant'Antonio li ebbe tutt'e due: quello sul nascere ve l'ho detto; ora sentite quello sul morire.

Stanco per le lunghe fatiche, il Santo si ritirò in solitudine a Camposampiero e visse lì qualche tempo.

Il suo cuore però correva a Padova, presso la Chiesuola di Santa Maria dove aveva svolto tanto lavoro.

Voleva tornarvi per esalare in mezzo ai diletti Frati i1 profumo dell'ultimo respiro.

Del resto, era ammalato forte e per questo si decise a partire.

Venne caricato su d'un carro trainato da buoi e si cominciò il viaggio. Fu un andare stentato.

Antonio soffriva.

Giunti all'Arcella, non si poté più procedere: il Santo era moribondo. Si portò di peso nel piccolo edificio delle clarisse e si assisté con tutto l'amore fraterno.

Ad un tratto il suo occhio si apre, s'illumina, si fissa dolcemente in un punto dell'orizzonte. Il volto s'accende d'estasi, il labbro disegna un sorriso di felicità e prorompe in un estatico sfogo d'affetto: Egli, il Santo, ai margini del suo tramonto prega e vede: «Oh gloriosa Signora!»

Antonio La vede, è Lei, l'Immacolata Madre che sconfigge il dolore del tramonto con la luce dell'inizio della perenne vita. E vede, vede ancora, vede sempre più luce .....

  • Ma Padre Santo, chi vedi ora?

  • Vedo il mio Signore!

Ah, beato, beato Antonio!

La tua vita ebbe il pregio d'un luminoso inizio in Maria, la tua fatica giunse al suo tramonto in una luminosa, benedicente assistenza di Lei!

Anche per te o Santo dei Miracoli, l'Immacolata Regina, fu il dolce segreto del tuo lavoro e del tuo riposo, sia, per tua intercessione, anche il nostro lavoro ed il nostro riposo.


Padre Raschi Bonaventura