"L'IMMACOLATA E IL SUO CUORE" – giugno 1949

INIZIO DEL ROSARIO
SUPERCONDENSATO DA “Frihs Ecclesiastic Record” DUBLIN.

Il «Marco Polo» entrava nel porto l'Alessandria verso le un­dici del mattino. Era una gior­nataccia, calda calda, del luglio 1937 e avevo poca voglia di girare.

Mi ricordai di quel decrepito proverbio che dice «il tempo è oro» e mi decisi, casco in testa, a scendere nella celebre Città e non perdere nemmeno un minuto.

Lì in banchina c'era un bell'uomo alto distinto. Vestiva un paio di pantaloni bianchi, una giacchetta blu e un fez rosso cupo in testa. In mano teneva una corona a chicchi bianchi e grossi: d'avorio!

Domandai a una guida autorizzata, pronta al mio sbarco:

  • Dimmi, perché quello lì tiene quella collana in mano?

  • Non è una collana, Padre, è una corona.

  • E a che serve ?

  • In generale è un passa tempo, un gingillo, ma per un buon mussulmano è un mezzo di preghiera. Sono 99 chicchi che servono a contare i 99 attributi di Allah (Dio). Passando tra le dita i chicchi della corona si dice, per esempio, Allah è grande, Allah è potente, Allah è buono, Allah è Santo, .... ecc.

  • È una specie di Rosario (pensai, tra me e me).

Intanto l'uomo saliva e scendeva dal bagagliaio girando la corona tra le mani.

Del resto un fratello laico di San Francesco Saverio dice di aver visto nel 1549 presso i giapponesi corone di 108 chicchi e ad ogni grano vi si recitava una preghiera che era lunga due volte il nostro «Pater Noster».

Marco Polo ricorda che il sovrano del Malabar portava una collana di 104 grani (di perle e rubini) per cantare le preghiere del mattino e della sera.

I cristiani ebbero, anche loro, lo stesso sistema «Gli antichi eremiti e i Padri del deserto usavano corde con nodi a intervalli regolari, oppure sassolini ed altro per distribuire le loro preghiere.

Santa Brigida usava una specie di Rosario e così anche Santa Geltrude.

Nelle tombe di San Norberto ( 1134) e di Santa Rosalia ( 1160) sono stati rinvenuti dei rosari.

In Europa e per molto tempo i rosari vennero chiamati Pater Noster perché servivano per contare quanti se ne diceva.

L'uso è tuttora in vigore nell’Ordine Francescano dove una speciale corona serve ai fratelli conversi e sostituisce, in certi casi difficili, i salmi dei sacer­doti.

In Inghilterra si vendevano molti rosari e la strada dove abbondava la vendita venne chiamata Paternoster Road.

A Roma, a Parigi e altre località vi era un vero e proprio artigianato.

Per un di tempo il Rosario si chiamò «Salterio della Madonna» e anzi, il beato Alano da Rupe, apostolo del Rosario, diceva che il nome rosa­rio era troppo mondano perché era un derivato dalle collane delle dame ecc.

Nei primi tempi v'era l'uso di recitare i 150 Salmi (salte­rio).

Presso i primi monasteri irlandesi tale preghiera era mol­to diffusa e siccome era divisa in tre parti; di 50 salmi l'una, la chiamavano «i tre 50» e nel tredicesimo secolo nei monaste­ri inglesi i sacerdoti applicavano due «Messe» per i defunti, e i fratelli laici «due 50».

Ben presto i 150 salmi vennero sostituiti da 150 «Pater Noster» che sì recitavano a volte tutti, a volte ­100, o solamente 50.

Inizio del ROSARIO

Durante il Medio Evo prese campo la divozione dell'Ave Maria, che sostituì i 150 Pater e spesso, ogni Ave era accompagnata da genuflessioni.

L'Ave Maria, come devozione particolare, venne nel Medio Evo. Nella liturgia orientale verso il 500 d.C. si trova la forma «Ave Maria piena di grazia, il Signore è Teco», poi nel 1100 si aggiunsero le parole di Santa Elisabetta: «Benedetta tra le donne e benedetto il Frutto del Seno Tuo» per cui nel Rosario d'allora la preghiera era molto più breve di quella d’oggi.

Nel 1300 vennero aggiunte le parole «Gesù, amen», oppure: «Gesù Cristo, amen, glorioso e benedetto Iddio in eterno».

Tra il 1300 e il I500 si introdussero le parole Santa Maria Madre di Dio prega per noi peccatori».

Con San Pio V, nel 1568 prese la forma attuale.


Padre Raschi Bonaventura