" L’INTERNAZIONALE AZZURRA" – MARZO 1950

DISTANZE FALLIMENTARI

Essere distanti è un'espressione indefinita di misura e non interessa se non in rapporto al punto dal quale si dista.

Essere distanti dal male è una fortuna, dal bene è una disgrazia, dai fratelli è un peccato.

Tra le sofferenze più in voga che incrudiscono le piaghe della vita, vi è la distanza dai fratelli bisognosi, afflitti e ammalati.

Visitare i fratelli, confortarli nelle loro durissime lotte, mettersi al loro servizio per ciò che sia possibile fare, vuol dire riempire vuoti fatali e stringere amicizia con l'anima del S. Vangelo.

L'abbandono che crea le distanze, mette tutti i presupposti del fallimento dei programmi evangelici.

Bisogna colmare le valli e annientare le distanze.

In casa del fratello ammalato è necessario interessarsi di tutto: dalla scopa ai fornelli dalle confidenze alle commissioni, dalla salute del corpo a quella dell'anima.

Leggere il giornale ad un cieco, spingere la carrozzella ad un paralitico o senza gambe, condurre a passeggio un vecchio od un bimbo, portare un peso al debole e statico, difendere serenamente il calunniato ..... bisogna far questo ed altro!! Quanto bene si può realizzare avvicinandoci e sostenendoci con tutto il cuore!

I grandi guai della vita sono portati dall’individualismo. Quanta gente è a­vulsa dalla vita del Tempio perché gli uomini sono divisi da distanze fallimentari!

L'uomo che non conosce più il fratello, non conosce nemmeno Dio, ed il fallimento è, allora, imminente.

Difendiamo la Chiesa e il Vangelo, difendendo la fraternità!

Padre Bonaventura Raschi